Descrizione
L’archivio storico di Tarquinia ha sede in uno storico edificio del XV secolo denominato “Palazzetto del S. Spirito”.
Esso raccoglie, oltre alla documentazione postunitaria, la documentazione comunale preunitaria dal 1201 al 1870 ed è stato oggetto di numerosi interventi di recupero da parte dei diversi cancellieri della comunità; tra i più importanti sono da segnalare quelli effettuati nel 1640 e nel 1756.
Il primo vero riordinamento fu quello realizzato nel 1928 da da Giovanni Maffei, primo archivista dell’Archivio di Stato di Roma. Seguendo le indicazioni contenute nella circolare del Ministero dell’Interno dell’8 novembre 1927 n. 8900 (R. D. n. 1163 del 2 ottobre 1921), con cui veniva fatto obbligo ai comuni di redigere l’inventario dei loro archivi, l’opera del Maffei era consistita nella regestazione delle pergamene sciolte e nella inventariazione dei registri, delle buste e delle filze dalle origini sino all’Unità d’Italia. La scelta di arrivare in realtà fino al 1870 fu dettata dal fatto che in quella data avvenne l’unione di Corneto al Regno d’Italia e quindi può essere presa come divisione tra l’archivio storico e l’archivio moderno. L’intero complesso degli atti doveva essere suddiviso in base agli organi produttori, quindi, oltre al fondo diplomatico costituente una sezione a parte, si sarebbero dovuti creare i seguenti raggruppamenti: documentazione deliberativa, amministrativa, contrattuale, parte inerente le vertenze civili e criminali, popolazione.
Il suo lavoro presentò tuttavia delle lacune, dovute soprattutto alla brevità del suo intervento (17 settembre – 12 novembre 1928), che si è cercato di risolvere con gli interventi operati negli anni ‘90 del secolo scorso grazie al sostegno tecnico ed economico della Soprintendenza archivistica e dell’Assessorato alla cultura della Regione Lazio.
Innanzitutto , il recupero di nuovi ambienti e una razionalizzazione degli spazi, hanno permesso di collocare tutti gli atti in esso custoditi. In particolare, il fondo diplomatico (costituito dagli atti della sezione preunitaria) ha trovato collocazione in una cassettiera metallica e le serie dei registri e dei carteggi hanno occupato lo spazio di nove armadi, della larghezza di due metri, per un totale di 5823 unità archivistiche.
L’archivio, come è attualmente strutturato e anche le metodologie generali seguite per il suo ordinamento, rispecchiano le disposizioni ufficiali della Soprintendenza archivistica per il Lazio, ma naturalmente, per non rendere vani gli sforzi del Maffei, hanno seguito anche la sua prima, vera impostazione.
Oggi l’inventario è articolato in tre sezioni corrispondenti ad altrettante ripartizioni in cui era già parzialmente organizzata la documentazione archivistica preunitaria comunale: fondo diplomatico (1201 – 1819), registri e carteggi raccolti in serie (1379 – 1870), carteggio amministrativo archiviato secondo il titolario preunitario (1814 – 1870). All’interno di ogni sezione le serie principali sono introdotte da una nota esplicativa che fornisce informazioni sulle loro caratteristiche e sul contenuto di alcuni documenti di maggior rilievo, mentre l’individuazione delle unità (pergamena, registro, busta, filza, fascicolo), si configura secondo il seguente schema: numero di corda, descrizione, estensione cronologica.
Le pergamene sciolte (196 atti) della prima sezione, costituenti il fondo diplomatico insieme al codice membranaceo la “Margherita cornetana”, al “Quaderno di pergamene” ed alla raccolta cartacee dei “Privilegi, patenti, scritture diverse”, sono disposte in base all’ordine cronologico. Per questo fondo il Maffei ne aveva messo in evidenza l’importanza, annotando che “Il fondo pergamene essendo meritevole di maggiore custodia è stato ricollocato nell’armadio segreto, segnato col n° 14 e diviso a cassette con chiave propria”.
La successione delle serie appartenenti alla seconda sezione si compone di 980 pezzi, di cui 855 registri e 125 buste e contiene: produzione normativa delle autorità centrali e comunali (Statuti, Ordini dei superiori, editti bandi, Libro dei decreti, Visite apostoliche); atti degli organi decisionali del comune; atti giudiziari (Atti civili e criminali, Danno dato); documentazione patrimoniale e contabile (Catasti, Assegne diverse, Quietanze, Libri delle entrate ed uscite, Mandati ecc.); produzione contrattuale e, comunque, tutta quella riferibile al funzionamento della cancelleria e segreteria magistrale; Stato civile; archivio della corrispondenza generale.
Chiude l’inventario una piccola miscellanea di registri in cui sono confluiti atti di diversa tipologia e provenienza.
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