Descrizione
Il quattrocentesco palazzo Vitelleschi ospita al suo interno il Museo Archeologico Nazionale Etrusco. L’edificio presenta in facciata una commistione perfetta di gotico e rinascimentale, a testimonianza del passaggio di stile che stava avvenendo a fine Quattrocento.
Pianterreno
Il Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense è ospitato nel Palazzo Vitelleschi, risalente al XV secolo.
L’esposizione è collocata sui tre piani del palazzo.
Gli ambienti al piano terra accolgono, in sequenza cronologica, i materiali in pietra appartenenti alle collezioni del museo tra cui sarcofagi databili dalla metà del IV secolo a.C.. Da porre in evidenza la sala 1 che contiene i sarcofagi di maggior pregio, alcuni dei quali scolpiti in marmo greco, appartenuti ad alcune delle famiglie più in vista della Tarquinia della metà del IV secolo a.C.
Primo Piano
Sono esposte, ordinate cronologicamente, le ceramiche provenienti dagli scavi delle Necropoli. La visita inizia dall’ultima stanza del ballatoio dove sono raccolti i materiali più antichi, risalenti al periodo Villanoviano (secc. IX – VIII a.C.). Le sale successive sono disposte in ordine cronologico, quindi procedendo si possono ammirare i reperti databili al periodo Orientalizzante (fine secc. VIII – VII a.C.) provenienti dalla Fenicia e dall’Egitto; i vasi importati dalla Grecia, soprattutto da Corinto, dalla fine del sec. VII al sec. VI a.C.; la ceramica etrusco-corinzia che gli Etruschi produssero ad imitazione della greca ed il bucchero, la tipica ceramica etrusca, riproduzione economica del vasellame bronzeo. A seguire le ceramiche di importazione provenienti dall’Attica, eseguite con la tecnica a figure nere e a figure rosse, databili dal sec. VI a.C. In una vetrina del Salone delle Feste è raccolta una scelta di monete etrusche di bronzo, fuse e coniate e le monete d’oro risalenti al periodo tardo imperiale, ritrovate negli scavi della colonia romana di Gravisca, dedotta nel 181 a.C. Inoltre, in una vetrina, sono esposti alcuni gioielli in oro eseguiti con la tecnica della granulazione. Procedendo nelle sale successive si possono ammirare reperti di produzione locale, sia ceramici che metallici: specchi, balsamari, suppellettili. Nell’ultima sala sono raccolti gli ex voto, cioè doni offerti alla divinità per devozione, provenienti dal santuario dell’ “Ara della Regina”. La maggior parte di essi riproducono, in terracotta, parti del corpo umano oppure teste di individui per i quali si vuole chiedere la protezione della divinità.
Secondo Piano
Al secondo piano si trova un loggiato quadrangolare dal quale si può godere una magnifica vista sulla città e sulla campagna. In un gruppo di sale climatizzate sono conservate e ricostruite alcune tombe dipinte i cui affreschi sono stati distaccati: si tratta delle tombe del Triclinio, delle Bighe, delle Olimpiadi, della Nave. Nel salone delle Armi sono conservati i Cavalli Alati, altorilievo fittile databile al sec. IV a.C., che faceva parte della decorazione del tempio dell’ “Ara della Regina”. Completa l’esposizione una scelta di reperti rinvenuti nei grandi scavi di Tarquinia, gestiti dall’Università di Milano per quanto riguarda la città etrusca e dall’Università di Perugia per quanto riguarda il sito dell’ “emporion” (emporio, centro mercantile) di Gravisca.